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NEUROSENESCENZA
   
 

Capita di avere un nome sulla punta della lingua? O di dimenticare le chiavi o il cellulare? Forse la tua mente sta' risentendo del calo degli estrogeni (ormoni che mantengono giovane il cervello) conseguente alla menopausa.

Oggi, pero', è possibile rallentare l'invecchiamento cerebrale grazie ad una sinergia tra ormoni naturali biologicamente identici ed integratori nutrizionali. E' soprattutto importante sottolineare uno tra i più validi ormoni naturali, il pregnenolone, considerabile come la mamma di tutti gli ormoni sessuali.

Vanta un effetto neuroprotettivo perchè neutralizza i idanni prodotti sulle cellule cerebrali dall'azione del cortisolo, l'ormone dello stress; inoltre mantiene vitali i dentriti, le ramificazioni che regolano la comunicazione tra i neuroni.

A sua volta l'acetilcarnitina è un aminoacido fondamentale per mantenere brillante la mente, in quanto favorisce la produzione di energia all'interno dei mitocondri. Questi sono organelli cellulari che fungono da centraline elettriche e che con l'invecchiamento subiscono danni ed insulti da parte dei radicali liberi, funzionando in modo sempre meno efficiente.

Infine da ricordare il NADH: è un coenzima coinvolto nella produzione energetica, anche mentale. Protegge i neuroni dall'assalto dei radicali liberi e stimola la produzione di neurotrasmettitori utili a mantenere alto il tono dell'umore, il desiderio sessuale (dopamina) ed a migliorare la memoria (acetilcolina).

Nell’ ”aging” è di centrale importanza lo stato muscolare del soggetto. Da esso dipendono non solo l’autonomia nelle attività quotidiane, ma il mantenimento efficiente delle articolazioni. Una funzione neuromuscolare inadeguata può significare infatti lesioni articolari: dalla semplice infiammazione fino a veri quadri artrosici. Il mantenimento della funzione muscolare nell’invecchiamento significa quindi qualità della vita. Oltre a ciò, si ricordi che il trofismo cutaneo dipende dall’irrorazione sanguigna e questa è a sua volta dipendente dalla funzione dei muscoli sottostanti, che, se attivi, garantiscono un’irrorazione valida. Un cattivo stato muscolare implica dunque non solo un deterioramento della qualità della vita, ma un accelerato invecchiamento cutaneo.

Quanto sopra descritto è inoltre amplificato dall’innesco circoli viziosi e circoli virtuosi. Un soggetto che non abbia l’abitudine al movimento andrà infatti incontro ad un progressivo quanto rapido indebolimento, questo causerà un’ulteriore diminuzione dell’attività motoria che a sua volta aumenterà la debolezza: un circolo vizioso che si autoalimenta. D’altro lato il cattivo stato muscolare produrrà dolori articolari (le articolazioni saranno utilizzate male) e il dolore diminuirà il movimento, aggravando i circoli viziosi. L’instabilità muscolo-articolare esporrà il soggetto a cadute potendosi così fortemente aggravare il quadro. Viceversa, un buono stato muscolare implica facilità nel movimento fisico e la muscolatura si manterrà efficiente e si rinforzerà, grazie ad un circolo virtuoso.

Cruciale è quindi il mantenimento della funzione muscolare, ma questo si scontra spesso con alcune problematiche quali una debolezza già instauratasi, uno stato muscolo-articolare già compromesso. Inoltre l’attività fisica richiesta implica uno sforzo delle strutture articolari ed ossee, se queste sono compromesse, se la muscolatura non lavora bene, ci si trova nella paradossale, ma frequente situazione in cui “servirebbe dell’attività fisica, ma questa può peggiorare il quadro”.

Un gruppo di istituti medico-universitari hanno da tempo volto l’attenzione alla possibilità di utilizzare una nuova metodica per il ripristino o l’incremento della funzione neuromotoria. Sono stati recentemente presentati i primi risultati di queste ricerche interuniversitarie (SIMFER, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione, Chieti 21-25 settembre 2004, Effetti della stimolazione meccanica dei propriocettori in donne osteoporotiche in postmenopausa. O. Brunetti, A.M. Scarponi, M. Roscini, E. Mannarino, V.E. Pettorossi, G.B. Azzena, G.M. Filippi) circa l’efficacia di una tecnica assolutamente innovativa destinata a rinforzare il controllo della muscolatura in soggetti anziani. Potenziare il controllo motorio significa infatti aumentare la capacità di utilizzare la propria muscolatura, ridurre i rischi di cadute, utilizzare al meglio le proprie articolazioni. La tecnica utilizza i principi dei riflessi condizionati, ovvero la possibilità di potenziare selezionate funzioni nervose i tempi rapidissimi, con risultati di grande ampiezza, persistenti per settimane o mesi. tali metodiche sono di larghissimo uso nella ricerca neurofisiologica, ma quasi sconosciute in ambito clinico per la loro complessità applicativa. Quanto presentato dalla ricerca utilizza un prodotto, messo a punto da numerosi gruppi di ricerca, costituito da uno strumento ed una tecnica denominati CRO®SYSTEM , coperto da brevetto internazionale (NEMOCO srl). La tecnica si basa sull’applicazione di particolari sequenze di microperturbazioni meccaniche (al soggetto appaiono come una sorta di vibrazione) applicate su selezionati distretti muscolari. La vibrazione meccanica è considerata in modo pressoché unanime (Kakosy T Clin Rheumatol 1989 Apr;3(1):25-50) come altamente dannosa se estesa all’intero corpo (Whole Body Vibration), ma la letteratura internazionale non ha evidenziato effetti collaterali per la vibrazione localizzata a singoli gruppi muscolari, in particolare se la vibrazione è caratterizzata da microspostamenti (Necking LE et al. J Hand Surg [Br] 1996 Dec;21(6):753-7.). Nella ricerca presentata l’applicazione è stata eseguita sui soli muscoli Quadricipiti, essenziali nelle funzioni motorie. Il tempo applicativo è stato di 30 minuti al giorno per 3 giorni consecutivi. L’ampiezza della vibrazione ridotta a 15 millesimi di millimetro, per evitare qualunque rischio di lesione. I risultati sono stati valutati a distanza di 24 ore e dopo 270 giorni dal trattamento. Sono stati analizzati parametri cruciali della funzione motoria nell’ ”aging”: la stabilità statica (valutazione della capacità di stare in equilibrio su una sola gamba, ad occhi chiusi), la stabilità dinamica o stiffness, misurata come la capacità di mantenere la posizione senza vacillare dopo un salto, espressione della capacità di resistere ad un’improvvisa perturbazione (ad es. una spinta), la potenza, ovvero la forza producibile in un salto da fermo. Nella tabella sono riportati in percentuale i miglioramenti ottenuti e misurati secondo tecniche internazionali di stabilometria.

A distanza di 270 è stata effettuata anche una valutazione dell’andamento osteoporotico, mentre le donne non trattate hanno evidenziato un peggioramento di +18,1 % del T-Score, quelle trattate hanno mostrato un indice invariato (+ 0,3%). I risultati da poco raccolti a 12 mesi dal trattamento confermano completamente quanto riportato.

La tecnica applicata non ha evidenziato alcun effetto collaterale e dimostra la possibilità di intervenire sulla funzione motoria di soggetti anziani in modo del tutto rapido, senza sottoporre a carichi le articolazioni e spezzando quei tipici circoli viziosi dovuti alla scarsa attività fisica. L’ulteriore incremento dei risultati a 270 giorni indica con forza la persistenza degli effetti e l’instaurarsi di circoli virtuosi: i soggetti avendo maggiore capacità di muoversi, lo fanno e, conseguentemente incrementano le loro funzioni neuromuscolari. Il sistema testato, basato su appare quindi una metodica non invasiva, appare assolutamente innovativo, in grado di produrre potenziamenti imponenti della funzione neuromuscolare ed evidenzia prospettive del tutto inedite nel contrastare i fenomeni motori di “aging”.

 

 
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